giovedì 15 maggio 2008

Brutta storia

Brutta storia, questa di D’Avanzo.

Secondo lui, i Travaglio, i Grillo, i Di Pietro, i Santoro (ma anche i Woodcock, i De Magistris, le Forleo – ma anche, alla fin fine, i Falcone, i Borsellino e tutti quei giornalisti e giudici che sono stati ammazzati soltanto perché facevano bene il loro lavoro), apparterrebbero a un’unica, tenace, fastidiosa e petulante Agenzia del Risentimento. A decretarlo è l’Agenzia del Buon Sentimento, l’unica legittimata a operare – quella appunto di D’Avanzo. La prima può essere tollerata quando si fa docilmente utilizzare. Ma se rivendica autonomia e libertà d’azione, se pretende di giocare in proprio, se si mette di traverso e produce interferenza e disturbo, va screditata, disarticolata, distrutta.

Ricorda la vecchia scuola del PCI: se non ti accontenti del ruolo ornamentale di fiore all’occhiello, se non fai il docile “indipendente di sinistra”, se pretendi di operare non allineato e subalterno, allora io ti distruggo. Perché nessuno può permettersi di agire indisturbato alla mia sinistra.

Se la linea oggi decisa è quella moderata, soft e ultralight, se si abbozza e ci si acconcia alla cordiale intesa, alla difesa dei rispettivi campi di interesse, saltando a pié pari il macigno del loro conflitto con la sfera politico-istituzionale, chiunque non si adatti e aderisca si pone come oggettivo elemento di disturbo.

E così, D’Avanzo, tra i massimi esperti nella conoscenza dei fatti e misfatti del Bel Paese e da sempre propugnatore della libera, aperta – necessaria! – loro circolazione, affronta Travaglio all’arma bianca, reclamando la propria superiorità e l’altrui insipienza e malafede. Qualcuno, proprio della parte non sospetta, ha deciso che Schifani è sempre stato un galantuomo, o quantomeno è tornato a esserlo. E che la guerra è finita – o che almeno va dichiarato l’armistizio. E che chi non lo rispetta è un pericoloso disfattista. E’ come se, avendo concordato una tregua con i generali dell’esercito nemico, le truppe specializzate nell’assalto bianca all’improvviso non servissero più. Anzi, con le loro incursioni tra le file avversarie, quella tregua rischiano di affossarla… Ecco allora scendere in campo il campione tra i guastatori e gli arditi, e all’irriducibile Travaglio soavemente dice: vedi, caro, tu sbagli a usare come metodo la pugnalata alle spalle. E per dimostrarti quanto essa sia dolorosa, a scopo didattico/terapeutico te ne sferro una. Così magari capisci prima e impari subito. Poi si scopre che la storia raccontata è del tutto inventata/infondata? Pazienza. Non è esattamente questo il metodo usato da Travaglio? Di che si lamenta ora?

Brutta storia, questa di D’Avanzo. Di un cinismo manipolatorio da restarne disgustati.

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Meltemi Editore 2009